INTRODUZIONE
Gesù pianse
L’uomo è il più razionale tra tutti gli esseri creati sulla terra. Tuttavia, nonostante le nostra abilità di logica e razionalità, siamo anche esseri emozionali. Qualcuno potrebbe obiettare che le emozioni regolano le dinamiche della nostra esistenza molto più di quanto non faccia o non possa fare la ragione. Le emozioni sono una cosa positiva, senza la quale difficilmente potremmo considerarci umani.
Vivendo nel contesto di un mondo caratterizzato dal peccato, queste emozioni spesso ci provocano sofferenza. È impossibile che malattia, infermità, guerra, povertà, disastri naturali, incertezza economica, problemi familiari non generino paure, terrore e sconforto che ci sono così tristemente familiari.
Consideriamo anche le reazioni emotive che il nostro mondo ha evocato in Cristo: «Gesù pianse» (Gv 11:35). «Allora Gesù, guardatili tutt’intorno con indignazione…» (Mc 3:5. «E disse loro: “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate”» (Mc 14:34). «Quando Gesù la vide piangere, e vide piangere anche i giudei che erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò» (Gv 11:33). «Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza» (Is 53:3). La lettera agli Ebrei esprime bene questa incredibile verità che riguarda il nostro Signore: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato» (Eb 4:15).
Simpatizza con le nostre debolezze che, come sappiamo bene, possono essere anche piuttosto accentuate. Tristezza, dolore, dispiacere… non sono sbagliate o sinonimo di peccato. Non riveliamo una mancanza di fede quando reagiamo con sentimenti di quel tipo alle inquietudini della vita. Gesù stesso, ha reagito esprimendo delle emozioni. Oggi, siamo distanti migliaia di anni dall’«albero della vita» (Gn 2:9). Il Dna si sta assottigliando, siamo merci avariate e, contrariamente ai miti evocati dall’evoluzionismo, stiamo solo peggiorando. Non sorprende che il peccato esiga un tributo dalla nostra salute emozionale, fino a spingerci verso scelte radicalmente sbagliate che ci provocano ulteriore dolore e sofferenza. Ma le cose non andranno sempre necessariamente in questo modo, perché il Signore ci ha preparato qualcosa di meglio.
Le lezioni di questo trimestre esamineranno le emozioni umane e ci sottoporranno quei principi biblici grazie ai quali capire meglio i nostri sentimenti e ci consiglieranno di ricercare la potenza del Signore per riuscire a ricondurre quelle emozioni sotto la sua sovranità. Ci imbatteremo in personaggi della Scrittura, analizzando le loro reazioni emotive alle cose capitate loro, belle o brutte, per poi porci la seguente domanda: Cosa posso imparare dalle loro esperienze per riuscire a gestire meglio le mie? |